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La celebre Bibbia di Monsignor Antonio Martini nella versione migliorata da Padre Marco M. Sales - «Il Vangelo di Marco si chiama Vangelo di Pietro, di cui Marco fu l'interprete». Che S. Marco sia l'autore del secondo Vangelo è una verità sulla quale unanimemente si trovano d'accordo gli scrittori più antichi e i critici più moderni. Avendo Pietro predicato pubblicamente in Roma la parola di Dio, molti fra i Romani convertiti a Cristo, colpiti dalla sublimità delle cose udite, pregarono San Marco che le mettesse per iscritto. L'apostolo lo fece, con molta probabilità, verso il 42-44. Lo scopo del secondo Vangelo non può dunque essere altro che quello a cui mirava lo stesso capo degli Apostoli nel predicare in Roma, ossia di provare che Gesù è vero Dio, padrone di tutto, morto per la nostra redenzione, a cui è necessario di obbedire accettando la sua dottrina e praticando i suoi insegnamenti. S. Marco dimostra quest'assunto non già appellandosi alle profezie e alle Scritture come fa S. Matteo, ma raccontando tutta una serie di miracoli operati dal Signore, da lui descritti trascrivendo fedelmente la parola di Pietro attraverso osservazioni minutissime.